Stipsi nei Bambini

«Più che di stipsi, per quanto riguarda i bambini si dovrebbe parlare di pigrizia intestinale, dovuta a diversi fattori che possono essere di natura fisica ma anche psicologica. Per questo ogni caso va trattato in modo diverso con rimedi e cure prescritte dal pediatra, che prima deve individuare la reale causa del problema per poi agire di conseguenza» spiega Lucia Romeo pediatra ed esperta in fitoterapia. Ma quando ci si deve preoccupare? I bambini già svezzati dovrebbero avere una emissione al giorno ma se questo ogni tanto non avviene non c’è alcun problema, al contrario bisogna intervenire quando la stitichezza diventa cronica, cioè il bambino ha emissioni meno di due volte alla settimana per periodi lunghi.

Se il problema è funzionale

In questi casi la prima cosa da fare è agire sull’alimentazione, che deve essere ricca di fibre, cereali integrali e acqua. Le prime possono derivare dai legumi, soprattutto secchi come ceci, fagioli, lenticchie, piselli e fave, e dalla frutta e verdura. Di queste ultime è importante prepararne al bambino ogni giorno cinque porzioni suddivise tra i pasti principali e le due merende, del mattino e del pomeriggio, prediligendo nei casi di stitichezza le verdure verdi come le zucchine o gli spinaci, la frutta cotta (soprattutto le mele e le prugne) e cruda come pere e i kiwi, che hanno ottime proprietà lassative. È, inoltre, importante utilizzare sempre uno o due cucchiaini di olio extra vergine d’oliva per condire i cibi, perché favorisce le evacuazioni, e invitare il piccolo a bere spesso acqua, perché aiuta a drenare.

Box probiotici e prebiotici

«I prebiotici e i probiotici sono ottimi alleati per mantenere e ripristinare l’equilibrio della flora intestinale. Si possono somministrare ai piccoli senza controindicazioni anche per lunghi periodi perché, oltre a portare benefici all’intestino, aiutano ad aumentare le difese immunitarie e a prevenire i raffreddori» consiglia Lucia Romeo. Come si assumono? I prebiotici si trovano sotto forma di integratori alimentari, che di solito contengono anche inulina, lattoferrina e frutto oligosaccaridi, mentre i probiotici, che comunemente vengono chiamati fermenti lattici, si trovano da soli. Per entrambi va evitata l’auto-prescrizione ed è meglio farsi consigliare dal proprio pediatra il tipo più indicato e la durata di assunzione.

Quando la causa è muscolare

A volte la difficoltà a defecare può essere dovuta a un tono muscolare insufficiente che ostacola la circolazione sanguigna, il flusso della linfa e la digestione. Ecco perché si consiglia sempre a tutte le età di praticare attività fisica, che non necessariamente deve essere uno sport, infatti anche una camminata di mezz’ora al giorno può essere sufficiente per tonificare i muscoli. In particolare i bimbi piccoli possono avere difficoltà a causa dell’altezza del wc, che non gli permette di appoggiare bene i piedi per terra rendendo ancora più faticoso e difficile l’impegno muscolare. Un rimedio semplice ed efficace in questi casi è quello di utilizzare un piccolo sgabello sul quale si possano appoggiare senza sforzo.

Se il problema è psicologico

Per i bimbi il passaggio dal pannolino al wc è un cambiamento importante per questo è fondamentale accompagnarlo nel modo corretto. Il primo consiglio è quello di non avere fretta nell’imporre il vasino, ogni bambino ha il suo momento giusto, che di solito è tra i 18 mesi e i 4 anni. È poi utile mantenere un approccio positivo per cui va incoraggiato (si può ad esempio aiutarlo a tenere un diario) e premiarlo se riesce da solo sopratutto non va rimproverato se dovesse perdere le feci, perché può essere un evento involontario, conseguente all’eccessivo riempimento del retto. Un altro accorgimento può essere quello di abituarlo a sedersi sul wc sempre alla stessa ora, per esempio dopo colazione, di farlo sedere in modo che sia comodo e lasciargli il tempo necessario senza mettergli fretta. Infatti, se il bambino non riesce ad evacuare le feci col passare dei giorni possono diventare più dure, costringendolo a uno sforzo maggiore per espellerle, seguito da dolore e, a volte, dalla formazione di piccole ragadi. Ciò porterà inevitabilmente a un circolo vizioso stipsi-dolore-stipsi difficile da spezzare.

Evitare i lassativi

«Indipendentemente dalla causa della stitichezza è sempre meglio evitare il più possibile l’uso di lassativi, perché sono irritanti e perché ne esistono di diversi tipi con azioni differenti, ad esempio, ci sono quelli che aumentano il volume delle feci e quelli che le rendono liquide. Per questo motivo devono essere sempre consigliati dal pediatra e somministrati soltanto se è strettamente necessario, per esempio se sono diversi giorni che il piccolo non si libera. Una volta risolta ‘l’emergenza’, però, va ricercato il motivo che ha generato la stitichezza per curarla all’origine» raccomanda Lucia Romeo.

Rimedi naturali

Glucomannano: si tratta di una fibra alimentare che normalizza l’attività dell’intestino, perché crea un gel viscoso che stimola la peristalsi e l’espulsione delle feci. Si può assumere sia in granulato sia in capsule nelle dosi e nelle modalità prescritte dal medico.
Plantago psyllium: ha un effetto lassativo di tipo meccanico e osmotico, e va assunto con abbondante acqua perché in presenza di liquidi forma un gel voluminoso che aumenta il volume del bolo fecale, stimolando così la peristalsi e facilitando l’evacuazione. Si può assumere sia in granulato sia in capsule nelle dosi e nelle modalità prescritte dal medico.
Alumina: è un rimedio omeopatico a base di ossido di alluminio ed è indicato nei casi in cui manca lo stimolo per la defecazione o quando si riesce a espellere solo con grande sforzo. Si può assumere in granuli alla 5 CH, nelle quantità e nelle modalità suggerite dal medico.

Quando si tratta di lattanti

Molte mamme si fanno letteralmente prendere dal panico quando il loro bebè non sporca il pannolino almeno una volta la giorno. Una preoccupazione comprensibile perché i genitori hanno bisogno di tempo prima di imparare a capire le esigenze del proprio piccolo, inoltre a volte si viene sommersi da informazioni (spesso discordanti) che giungono da amici, parenti e conoscenti per cui non si riesce a valutare l’effettiva gravità del problema. Per questo è bene far chiarezza e rassicurare sul fatto che un bimbo allattato al seno può non produrre feci anche per 3-4 giorni senza avere problemi. I piccoli che invece bevono il latte artificiale potrebbero avere maggiori difficoltà a evacuare perché il latte in polvere a volte non viene diluito correttamente, quindi una soluzione potrebbe essere quella di aumentare la dose di acqua.

Stipsi

La costipazione è una preoccupazione frequente per i genitori dei neonati e dei bambini piccoli e rappresenta ¼ delle visite pediatriche. Il termine “stitichezza” può essere utilizzato, per descrivere una condizione nella quale passa troppo tempo fra le evacuazioni intestinali, oppure le feci sono troppo dure. Dal punto di vista clinico , il bambino stitico presenta dilatazione addominale e quindi dolore addominale accompagnato da un pianto talvolta inconsolabile , preferisce assumere la posizione supina , rispetto a quella seduta o prona. Spesso i genitori raccontano di avere grossissime difficoltà nel posizionare il bimbo nella sdraietta o nel seggiolino dell’ auto.
Talvolta il neonato manifesta difficoltà nella suzione, le mamme raccontano di un continuo attaccarsi e staccarsi dal seno, di una suzione poco efficace. A questo quadro, spesso si associa un più o meno marcato reflusso gastro-esofageo, poiché tutto il sistema digerente risulta essere compromesso.
In realtà, circa il 60% delle consulenze osteopatiche, è dovuto a problematiche digestive, soprattutto in bimbi al di sotto del primo anno di vita. La costipazione infantile deve essere trattata in tempo precoce, poiché è l’anticamera della costipazione adulta. Esiste poi una correlazione fra stipsi e la sindrome dell’intestino irritabile.

L’Osteopatia può essere un valido supporto a questa problematica

Il professionista tratta con tecniche dolci, viscerali e tessutali, l’Area Toracica, l’Area Pelvica e Sacrale. Queste zone, in un bambino stitico, possono infatti andare incontro a stress tessutale e inibire quindi il funzionamento dello sfintere.
Cinque sedute possono già avere un effetto positivo in termini di frequenza e qualità di evacuazione. È importantissimo il dialogo costante e sinergico tra il pediatra e l’osteopata, poiché la diagnosi medica congiunta al trattamento osteopatico, porta a una prognosi tempestiva ed efficace.
Spessissimo, in prima visita, mi rivolgo a dei genitori, dicendo: “bisogna iniziare il trattamento osteopatico il prima possibile , per prevenire il prolungarsi della stipsi in età adulta.”
E questo non è cosa da poco!

Dott. Lucia Romeo Pediatra
cell. 3483130528

Dr.ssa Annamaria Baldini Osteopata
cell. 3497816634