Reflusso gastro-esofageo nel neonato

Il reflusso gastroesofageo è una problematica molto comune nel neonato. Potrei tranquillamente affermare che rappresenta almeno un terzo delle mie consulenze pediatriche. Ma in che cosa e quali sono le cause ed i sintomi? Soprattutto, quali differenze ed approccio nel trattamento e cura rispetto ad un adulto ? Invito a consultare il mio sito, per quanto concerne il reflusso nell’adulto, le cui caratteristiche sono state ampliamente approfondite.

Occorre distinguere, nell’ambito pediatriconeonatologico, il cd reflusso fisiologico o reflusso gastroesofageo, dal reflusso patologico e dalla malattia del reflusso gastroesofageo(GERD). Bisogna adottare un criterio diagnostico differenziale. Nel caso del reflusso fisiologico, o reflusso silente, la diagnostica e la sintomatologia sono diversi. Nel neonato, infatti, si verifica normalmente un abbassamento del valore del PH a livello dell’esofago al di sotto del 4,0 e tale
diminuzione è momentanea, ha una durata di circa 15 secondi e si ripresenta dopo circa 30 secondi a più riprese. Ma, è questa la differenza sostanziale, il reflusso fa la sua comparsa appena dopo il pasto e non compare a stomaco vuoto o durante la notte. Non è da considerarsi patologico, proprio perché non si presenta distanza di ore dal pasto. Spesso questa forma di reflusso è asintomatica, poiché nella maggior parte dei casi, non supera la porzione inferiore dello
stomaco.

Talvolta, però, può causare sintomi di insonnia, irritabilità o pianto. Molti articoli sono stati pubblicati a riguardo dalla North American Society for Pediatric Gastroenterology. In genere, compare nel lattante in età compresa tra le tre settimane e dodici mesi. Gli episodi di rigurgito variano da 2 o più episodi al giorno per tre o più settimane. Non sono presenti episodi di vomito, apnea, arresto di crescita, difficoltà ad ingoiare o a deglutire. Occorre rassicurare i genitori, poiché si tratta di disordini funzionali gastrointestinali e non di reflusso patologico o GERD. Questo tipo di reflusso è molto diffuso e colpisce almeno il 40% dei lattanti, è frequente (5% dei lattanti presentano 6 o più episodi al giorno). Inoltre, si riduce naturalmente nel tempo, per il 90% entro il primo anno di vita. Solitamente, quindi, non necessita di ulteriori indagini cliniche. Sembrerebbero esserci dei motivi però alla base di tale reflusso fisiologico o definito comunemente disordine funzionale gastrointestinale.

Da un lato bisogna considerare che un neonato trascorre la maggior parte della sua giornata in posizione orizzontale, quindi il latte attraversa lo stomaco molto più lentamente rispetto ad un bambino di sette mesi in grado di mantenere la posizione seduta e quindi una posizione più verticale. Dall’altro lato, non si deve neppure sottovalutare che ci si trova di fronte ad un essere in formazione in tutti i suoi aspetti ed aree, compresa quindi anche la sfera gastrointestinale. Esiste una immaturità dei centri di controllo che presiedono tale attività. In questo caso, il reflusso fisiologico può determinare un piccolo rigurgito appena dopo la poppata, perché compare durante una breve fase di rilassamento dello sfintere esofageo inferiore a seguito di un cambiamento della pressione addominale. I lattanti si alimentano con il latte, quindi con una alimentazione liquida ed anche questo elemento aggrava senza dubbio il disturbo del reflusso.

A questo punto, come può essere di aiuto l’osteopata?
Innanzitutto, si deve far riferimento ad un osteopata pediatrico, ad uno specialista capace di lavorare con i neonati e bambini in quanto ha seguito un percorso di specializzazione appropriato. Occorre adottare tecniche adatte al neonato naturalmente diverse da quelle messe in atto con un adulto, senza sottovalutare che ci deve essere una propensione ad amare il mondo del bambino senza limiti. Bisogna mettere in atto una condotta di supporto costante ai genitori, che spesso si trovano alle prime armi e si trovano spaesati. Fondamentale è il costante dialogo con il pediatra di riferimento del bambino a cui presiede il compito di fare diagnosi differenziale in relazione ai tipi di reflusso e seguire poi il bambino in relazione all’aspetto alimentare o farmacologico se necessario.

L’osteopata può iniziare ad essere di aiuto ai genitori, fornendo in primis consigli generali inerenti alla gestione del bambino. Per esempio, se il neonato è allattato al seno, può osservare la mamma mentre allatta e fornire consigli preziosi. Spesso capita, durante la seduta osteopatica, che il lattante abbia fame, poiché talvolta l’orario coincide con l’ora della poppata. Ineonato non è correttamente tenuto in braccio, per esempio, e bisogna dare qualche indicazione per migliorare la suzione. Una suzione errata può favorire il reflusso. Non bisogna credere che l’allattamento al seno debba essere interrotto poiché si pensa che il reflusso sia correlato al latte materno. Questo è un mito da sfatare nella maniera più assoluta.

Il latte materno è specifico per il bambino, è fatto apposta per essere digerito dall’intestino del neonato. É consigliabile quindi non diradare le poppate nella convinzione di aver dato troppo latte al proprio bambino Il latte materno deve essere offerto con regolarità. Se si allungano i tempi più del necessario, il neonato rischia di arrivare affamato alla poppata e di ciucciare con eccessiva voracità, aggravando la sintomatologia da reflusso. Se il bambino viene allattato con il biberon, bisogna fare attenzione a come viene proposto il biberon, al tipo di tettarella utilizzata, se troppo veloce o lenta nel flusso o adeguata. Non bisogna affatto sottovalutare tali elementi che invece potrebbero rivelarsi fondamentali, perché l’apparato deglutitorio del bambino, come la sua lingua, è ancora immaturo.

Per quanto riguarda la tipologia del latte, è compito del pediatra gestirla nel migliore dei modi. Utilissimi sono poi le indicazioni date quotidianamente nel mio studio, ai genitori, inerenti alla gestione del bambino nell’arco della giornata. Propongo ai genitori di tenere il bambino in posizione verticale e quindi in braccio o nel marsupio, piuttosto che sdraiato nella culla, quando è possibile. Quando il bambino è sdraiato, fare in modo che la testa sia leggermente sollevata rispetto al corpo. Solitamente le carrozzine hanno un meccanismo che consente di aumentare l’altezza dal lato in cui appoggia la testa del neonato. Il trattamento osteopatico si è dimostrato una ottima soluzione alle problematiche legate a disturbi di reflusso gastroesofageo. La mamma cerca il mio consulto poiché è disperata, in quanto il suo bimbo fa fatica a scaricarsi normalmente tanto da richiedere quotidianamente luso del sondino. Questo accade spessissimo indipendentemente dal fatto che il neonato sia allattato al seno o meno.

In prima visita, faccio sempre notare alla mamma di togliere il sondino che preclude la sensazione di spinta a cui il neonato deve affidarsi sin da subito. É infatti pacifico che tale sensazione sia alla base dellautonomia gastro intestinale. Noto un atteggiamento posturale in estensione, poiché il disordine gastrointestinale causa nel neonato una tensione accentuata del muscolo diaframma in entrambe le cupole. Normalmente, quando il neonato è sdraiato sul mio lettino, osservando ho sempre limpressione di trovarmi di fronte ad un corpicino rigido, con movimenti di gambe e braccia poco fluidi, quasi a scatto. Sono tutti effetti di tensione diaframmatica e conseguente presenza di aria in quantità notevole in addome ed intestino. Tutto questo infastidisce notevolmente il piccolo, con sintomi da reflusso silente sopra descritti. A conferma di ciò, spesso la mamma riferisce di avere notevoli difficoltà a posizionare il suo bambino nellovetto dellauto, dove è richiesta una flessione del tronco e quindi un rilasciamento del muscolo diaframmatico.

Procedo quindi, sempre in prima seduta, alla palpazione dello sfintere del cardias che si trova proprio nel mezzo delle due cupole diaframmatiche e rilevo una certa resistenza di esso. In compenso, anche il capo del neonato evidenzia un atteggiamento in flessione omolaterale, cioè inclina preferibilmente da un lato e ruota dalla parte opposta. Si tratta del cd torcicollo posturale associato a disordine gastro intestinale, come conseguenza della tensione del muscolo diaframma.
Innegabili sono le correlazioni miofasciali tra le due parti. Fisso con la mamma, quindi, un Ciclo di sedute più o meno a cadenza settimanale, allo scopo di ridurre il reflusso ed i sintomi associati.

Il mio compito è quello di riportare, in primis, in asse la postura del bimbo, eliminando la sua rigidità globale. Mi rivolgo alla mamma dicendole che il mio intento è quello di vedere già in prima seduta un bambino leggero e tale sensazione viene avvertita dalla madre a fine seduta quando il suo bimbo torna in braccio a lei. Questo significa che il lavoro appena attuato sul diaframma ed il cardias con tecniche miofasciali piacevolissime per il piccolo, stanno sortendo il loro effetto. Le mamme mi guardano esterrefatte perché, osservando il loro bambino, hanno limpressione di vedere un bambolotto, riporto le loro frasi testualmente espresse durante il trattamento. É come una magia per me sentire che il neonato si lascia andare sotto le mie mani, sono sensazioni uniche! Procedo poi, nelle successive sedute, allutilizzo di tecniche strutturali dolci per ripristinare la mobilità del tratto cervicale e dorsale (e talvolta del bacino) per togliere i compensi posturali.

Il neonato, a termine del ciclo, sta benissimo. Il disturbo gastro intestinale è inesistente e la sua postura è in asse. Fondamentale è comunque il costante interscambio con la pediatra.