Reflusso gastro-esofageo

La malattia da reflusso gastro-esofageo colpisce la popolazione dei paesi industrializzati con una incidenza che varia dal 20 al 40% in soggetti tra i 45-64 anni e in percentuale ancor più alta in soggetti tra i 64-74 anni. Il reflusso gastro-esofageo può presentarsi sotto varie forme, alcune delle quali davvero insospettabili. Il disturbo è dovuto essenzialmente al mancato o non corretto funzionamento del cardias, la valvola che si trova tra esofago e stomaco e che ha la funzione di impedire che il cibo passato nello stomaco torni nell’esofago. La malattia si manifesta con il sintomo caratteristico del bruciore retrosternale a cui spesso è associato dolore nella medesima zona. Inoltre, tale sintomo spesso è accompagnato dalla presenza di reflusso acido, sostanze ingerite, seguito da bruciore in gola. Non sempre però la presenza dei sintomi è documentabile con la gastroscopia.  Infatti, la così detta NERD (Non Erosive Reflux Disease) ne è un esempio, in quanto caratterizzata dalla presenza tipica dei sintomi da reflusso in assenza di danno mucoso esofageo (erosioni, ulcere) visibile all’ endoscopia.

La NERD, qualora non fosse evidenziabile con la PH-impedenzometria  delle 24 ore, è in genere catalogata tra le malattie funzionali intestinali. Si tratta cioè di quelle patologie sempre più frequenti, difficilmente documentabili tramite indagini diagnostiche. Infatti, a tal proposito, si fa riferimento ai disturbi funzionali gastro-intestinali (FGID), seguiti da sintomi cronici o ricorrenti che coinvolgono l’apparato gastro-intestinale. Si stima che questi disturbi siano molto diffusi, a tal punto da rappresentare non meno del 50% dei consulti gastro-enterologici. Si tratterebbe, in questo caso di una disfunzione primaria del sistema nervoso centrale su base psicosomatica.

L’intestino, il “secondo cervello”, è collegato con il sistema nervoso centrale. Un alterato funzionamento dei due sistemi, spesso dovuto a componenti di natura psicosomatica, sarebbe la causa di svariati sintomi che non sono altro che alterazioni della motilità intestinale. Si spazia dalla dispnea, stipsi o alvo alterno, ipersensibilità viscerale, eccessiva produzione di gas intestinale. Da tali considerazioni, si può dedurre come talvolta non sia facile districarsi  tra sintomi, patologia e diagnosi differenziale. Infatti, anche nell’ambito della patologia tipica da reflusso gastro-esofageo (NERD), possono fare la loro comparsa sintomi non tipicamente riconducibili a organi specifici, quali l’esofago o lo stomaco. Sono i così detti sintomi extra-faringei. Per menzionarne alcuni: laringite cronica, laringite posteriore con edema e rossore, laringofaringite , lo scolo retronasale, i polipi, le ulcere ed i granulomi delle corde vocali. Possono anche comparire dolori nella parte bassa del palato o  addirittura  fastidio alle arcate dentarie. Il reflusso può provocare mal d’orecchio, sinusite, otite media o difficoltà a respirare.

Talvolta può essere presente anche l’asma. Spesso, il paziente tende a chiedere un consulto all’otorino piuttosto che al gastroenterologo.

È stato appurato che esistono svariati fattori in grado di predisporre alla patologia del reflusso. Alcuni sono: il sovrappeso e l’obesità, l’ansia e lo stress e non per ultima l’ernia iatale.

L’obesità e il sovrappeso sono un fattore favorente molto importante poiché aumentano la pressione addominale, permettendo una risalita più facilitata del contenuto acido-gastrico nell’esofago.  Non è stato pienamente dimostrato, ma è verosimile che lo stress renda più difficile lo svuotamento gastrico e di conseguenza, indirettamente, possa favorire il reflusso.

La diagnosi di malattia da reflusso gastro-esofageo avviene tramite la gastroscopia. Successivamente, la diagnosi può essere completata con la PH-Metria esofagea delle 24 ore, che permette di differenziare i reflussi fisiologici da quelli patologici. A tal proposito, anche i reflussi fisiologici possono provocare sintomi. In questo caso si parla di esofago irritabile o ipersensibile. Quando invece il reflusso è atipico, il gastroenterologo  può utilizzare la PH-Metria con impedenzometria, che permette di valutare se il reflusso giunge fino alla gola. Dal punto di vista medico, esistono in commercio farmaci in grado di neutralizzare l’acidità del contenuto gastrico, dovuta alla secrezione di acido cloridrico, sono farmaci antiacidi. Essi vengono utilizzati in una fase iniziale dei sintomi.

Lo specialista può anche consigliare l’utilizzo di protettori gastrici o inibitori della pompa protonica (IPP) in grado di ridurre la secrezione di acido cloridrico nel lume dello stomaco. Questo tipo di farmaci viene impiegato per brevi periodi, ma non prolungati, in quanto non sono esenti da effetti collaterali. Considerando che ogni paziente viene valutato personalmente dallo specialista in merito alla cura farmacologica, vista la complessità e  multifattorietà della patologia, che dal punto di vista alimentare esistono cibi in grado di aggravare o migliorare la sintomatologia persistente. Si parla, a tal proposito, della così detta “Dieta del Semaforo”, cioè di cosa mangiare  e cosa evitare. Metaforicamente, sono stati identificati con il colore rosso gli alimenti che è bene evitare, con l’arancione i cibi da consumare con moderazione e in verde tutti quelli che hanno, invece, il via libera.

Quindi, rientrano nel “rosso” cibi molto grassi, ad esempio i fritti, che rendono pesante  e difficoltosa la digestione, e quelli acidi, ad esempio gli agrumi, aceto e caffè. Questi ultimi avrebbero una azione legata al rilassamento del cardias e quindi favorirebbero il reflusso. Consigliata è la cottura al vapore, al cartoccio o alla piastra. Nell’“arancione” rientrano invece alimenti quali il cioccolato in piccole quantità, latticini, meglio se freschi e magri. Anche uova, ma fritte. Nel “verde”, si dà ampio spazio a verdure crude e cotte, cibi integrali, con carni bianche evitando maiale e pomodori. È caldamente sconsigliata l’assunzione di bevande alcooliche e gassate in quanto stimolanti l’acidità.

 

 

Come può essere di aiuto il Trattamento Osteopatico? L’osteopatia si è dimostrata veramente utile nel ridurre i sintomi associati al reflusso gastro-esofageo. In letteratura, la sua efficacia è stata ampliamente dimostrata, dal Barral  a Chila  a Hall.

Il Trattamento manipolativo osteopatico (OMT), combina tecniche di trazione del cardias, mobilizzazione del diaframma e del torace per ridurre le pressioni toraciche ed addominali, e quindi alleviare i sintomi tipici del reflusso. Si tratta il diaframma dal punto di vista miofasciale, allo scopo di rilasciare le fibre muscolari. In seguito a episodi continui di reflusso, tale muscolo va incontro a spasmo, accorciandosi e provocando un’accentuazione dei sintomi da reflusso e quindi notevoli difficolta digestive .Il Paziente adotta spesso una postura in flessione con difficoltà alla estensione, soprattutto dorsale.

Il beneficio è immediato sin dalla prima seduta. Vengono poi assegnati, gradualmente, esercizi appropriati di controllo e successivo rilasciamento del muscolo diaframma, da svolgere quotidianamente a domicilio.  Viene consigliato un Ciclo di trattamenti manipolativi osteopatici in quanto l’obiettivo è quello di lavorare tutte le strutture disfunzionali muscolo-scheletriche, viscerali e cranio-sacrali in relazione alla sindrome da reflusso. Esistono, infatti, correlazioni anatomico-funzionali tra sintomi da reflusso, aree anatomiche e anche altre aree risultate disfunzionali al momento del consulto osteopatico. In termini generali, ogni paziente viene valutato nello specifico, per la patologia da reflusso sin dalla prima seduta, con test:

  • Palpazione Addome;
  • Palpazione Stomaco;
  • Palpazione dello Sterno;
  • Valutazione della qualità del tessuto esofageo;
  • Test di distensibilità dell’esofago;
  • Spring test.

Sulla base dei dati convenuti, si procede gradualmente con tecniche dolci e piacevoli al Trattamento. È un dato ormai certo, che sia il trattamento osteopatico che quello farmacologico, in aggiunta ad una corretta dieta alimentare, possono essere un valido aiuto per ridurre la sintomatologia da reflusso.

L’osteopatia viscerale mi affascina ogni giorno

Sono ormai noti i benefici di trattamenti osteopatici per lombalgie o cervicalgie, ma credo che la vera sfida per il futuro sia proprio nel campo di sintomi della sfera gastro-intestinale. È meraviglioso constatare gli effetti positivi e sentirsi riferire dal paziente: “Le sono grato, mi ha cambiato la qualità della vita”. Piccole gioie nel mio quotidiano.