Lombalgia in Gravidanza e Osteopatia

La gravidanza e il parto richiedono alla donna un impegno enorme, sia dal punto di vista fisiologico, sia per quanto riguarda la struttura muscolo scheletrica. Oggi vorrei approfondire il tema della lombalgia in gravidanza, soffermandomi sugli aspetti biomeccanici del bacino che caratterizzano il periodo della gravidanza ed il parto. Tali aspetti, infatti, sono riferiti alle modalità in cui le ossa, le articolazioni, i legamenti e i muscoli si formano e funzionano per dare supporto e movimento alla donna gravida.

Bisogna anche considerare gli adattamenti del bacino e dell’utero in gravidanza e la loro influenza nel parto. Tutti questi aspetti influenzano in modo importante la postura in gravidanza.

Tre sono i fattori di particolare importanza da considerare rispetto alla biomeccanica del bacino:

  • la distribuzione del peso
  • il grado di angolazione tra l’osso sacro e la quinta vertebra lombare 
  • la tensione dei legamenti

Bisogna infatti considerare che normalmente il centro di gravità è localizzato a livello della 3 lombare e questo centro è la risultante di varie forze che operano per mantenere il normale equilibrio (John Whermann).

La linea di gravità passa infatti per le vertebre lombari, l’osso sacro e le articolazioni sacro iliache per poi distribuirsi a livello delle anche e continuare a livello degli arti inferiori. In gravidanza inoltre aumenta gradualmente il grado di lordosi che porterà le ali iliache in anteriorità, in gergo osteopatico si dice in “out-flare” per indicare una anteriorizzazione rotazione esterna e contemporaneamente una posteriorizzazione e verticalizzazione del sacro.

Questa nuova condizione posturale crea a sua volta una tensione reciproca tra il pube e le articolazioni sacro iliache e tra sacro e coccige. 

Risulta quindi evidente come la postura in gravidanza sia determinata dall’ottima sinergia di tutte queste articolazioni. Si tratta purtroppo di un quadro idilliaco poichè si può ben capire che raramente una persona ancor prima di rimanere incinta risulta avere una ottima mobilità a livello di colonna, bacino, anche, sacro, coccige e articolazioni coxo-femorali.

Inoltre, il quadro di lombalgia peggiora in gravidanza in quanto le modificazioni ormonali rendono più elastici muscoli, tessuti e legamenti, causando una lassità legamentosa articolare che accompagnata da un aumento della massa corporea dell’utero, determinano uno spostamento anteriore del baricentro. Il bacino si prepara per lasciare spazio all’addome aumentando il tilt anteriore, cioè il movimento anteriore delle ali iliache.

Questo porta a compensazioni posturali, che culminano spesso in lombalgia e a volte in dolore alla cintura pelvica ma soprattutto entrambe le condizioni. Si stima infatti che la lombalgia in gravidanza abbia una incidenza dal 20% al 90% e che inizi verso il 2° trimestre di gravidanza e circa il 50% delle donne che manifestano dolore in gravidanza, continua ad aver dolore a distanza di un anno.

Per quanto concerne invece il dolore pelvico i dati statistici riportano un suo esordio verso la fine del 1 trimestre tra la 24a e la 36a settimana. Di solito si risolve spontaneamente entro i sei mesi dopo il parto, tuttavia il 10% delle donne continua a manifestare sintomi da 1 anno a 2 anni dopo il parto.

Un altro elemento in grado di condizionare la postura in gravidanza è relativo alla presenza di legamenti soggetti a notevoli tensioni dovute sia a modificazioni dell’assetto posturale del bacino e sia all’aumento del volume dell’utero.

Durante la gravidanza, l’utero è interessato a moltissimi movimenti, contrazioni, aumento di volume. Tutte queste modificazioni sottopongono l’apparato legamentoso a stress di allungamento fino a quattro volte la loro lunghezza originale. Sono progressivamente resi più elastici dall’azione ormonale per preparare la struttura al parto. Quelli direttamente interessati da tale processo sono:

  • i legamenti Sacro-coccigei, tra Sacro e coccige,
  • i legamenti Sacro-ischiatici, tra Sacro e Ischio,
  • i legamenti Pubici,
  • i legamenti Sacro-iliaci anteriori e posteriori.

 

La postura della donna in gravidanza è influenzata anche dall’evoluzione della posizione dell’utero. Infatti, all’inizio della gravidanza,normalmente l’utero normalmente antiverso, può andare in retroversione. Ma qualunque sia la sua direzione, si raddrizza spontaneamente nel corso del 2° o 3° mese.

Al termine della gravidanza il suo asse sagittale dipende dallo stato di tonicità della parete addominale. Sul piano frontale l’utero risulta leggermente inclinato verso destra, con una lieve torsione sempre a destra. Questa rotazione destra varia in funzione del grado di impegno del feto e dello stato di tonicità della parete addominale.

Al termine del terzo trimestre, cioè alla fine del periodo di gestazione, il peso del bambino cade sulla sinfisi pubica e il pavimento pelvico. Anche il seno aumentando di dimensioni diventa pesante rispetto alla norma e i cingoli scapolari ruotano anteriormente causando la risalita del mento e l’estensione del tratto cervicale. 

Questo può portare all’insorgenza di dolori alle mani (sindrome del carpale), spesso dovuto alla tensione cervicale dorsale. L’80% delle donne in gravidanza assumono una posizione lordotica.

Tutte le curve vertebrali antero-posteriori si accentuano. Studi americani sottolineano i seguenti aumenti delle curve: dorsale con un +6,6% lordosi lombare; +7,2%, inclinazione pelvica; +1,9%, lordosi; cervicale +7,5. L’osteopata può essere di notevole aiuto per la donna gravida. In prima visita il professionista procede all’Anamnesi generale compilando dati anamnestici generali, informazioni ostetriche, anamnesi pregressa. Bisogna tener presente che non tutte le donne in gravidanza possono essere trattate dall’osteopata.

Utile per ragioni di sicurezza, trattare a partire dal 4° mese di gestazione. Esistono comunque anche controindicazioni imprescindibili al trattamento osteopatico. Costituiscono Red Flags infatti la presenza di perdite anomale, una gravidanza ectopica cioè una gravidanza extra uterina, minaccia di aborto, preclampsia o gestosi.

 

Per quanto riguarda quest’ultima controindicazione si fa riferimento ad una condizione patologica caratterizzata da un innalzamento eccessivo della pressione sanguigna (ipertensione) spesso in combinazione con il riscontro di una quantità significativa di proteine nelle urine (proteinuria elevata).

Altra controindicazione al trattamento osteopatico è la Eclampsia, una grave patologia della gravidanza che può risultare molto pericolosa perché può portare a convulsioni.

Anche la rottura delle membrane, il prolasso del cordone ombelicale, la placenta previa o il travaglio pretermine risultano essere controindicazioni al trattamento. Inutile sottolineare la costante e fondamentale collaborazione con il ginecologo. Quali sono invece le indicazioni per un trattamento osteopatico? In generale il dolore lombare, la nausea e il vomito, il blocco di qualche vertebra, edema o congestione associata alla gravidanza.

Attenendomi in questo articolo ai soli aspetti riguardanti la postura e di conseguenza nuovi assetti posturali tipici del periodo gestazionale dovuti a modificazioni biomeccaniche del bacino e di altre articolazioni, ritengo che il trattamento osteopatico debba essere adeguato in base al trimestre di gestazione.

Infatti, nel 1° Trimestre il professionista deve risolvere le eventuali disfunzioni somatiche esistenti, utilizzando comunque tecniche non manipolative ma mio-tensive o fasciali, molto soft.

Lo scopo del trattamento è quello di procedere ad un riequilibrio della struttura in genere, liberando i rapporti tra l’occipite ed il sacro, evitando di trattare i legamenti sacro-ischiatici. Per quanto concerne invece il 2° Trimestre, bisogna considerare che l’utero inizia ad aumentare di dimensione e a debordare e quindi la donna inizia a sentire lo stiramento doloroso a livello della sinfisi pubica.

Si possono avere modificazioni importanti a livello del sacro, che da anteriore, con l’aumento delle dimensioni uterine diventa posteriore causando restrizioni a livello dei legamenti e dei muscoli che potrebbero a sua volta dar luogo all’insorgenza di lombalgia, sacralgia, sciatalgia o cruralgia. L’osteopata procederà ovviamente alla diagnosi differenziale di esse, per poi effettuare il trattamento con tecniche più idonee ed efficaci. 

In questo trimestre si accentua la Lordosi lombare e la cifosi toracica come compenso. I muscoli e legamenti si indeboliscono ulteriormente per l’azione di estrogeni e relaxina, un ormone prodotto in gravidanza. Il 3° Trimestre viene considerato come fase preparatoria per il parto. Compaiono contrazioni irregolari ed indolori che provocano l’indurimento dell’utero.

Alla fine della gravidanza, l’utero peserà circa 1500 g e arriverà quasi fino allo sterno. Si consiglia alla mamma di coricarsi sul fianco per non comprimere la vena cava. L’aumento delle dimensioni uterine comporterà la presenza di congestione venosa e linfatica a livello degli arti inferiori e a volte a livello anche della vena cava inferiore. Sono quindi presenti edemi a livello degli arti inferiori.In questo periodo sono indicate tecniche fluidiche e miofasciali allo scopo di migliorare il drenaggio. 

Importante mantenere la mobilità della cerniera toraco addominale e la fisiologia del diaframma con tecniche dolci a livello di D12/L2 per liberare il diaframma e la contrattilità uterina. 

La donna è pronta per il parto. Ci si potrà vedere dopo per il Post-parto e soprattutto perchè no per una seduta come ormai è di consueto, presso i miei studi, combinata di mamma e bambino!

Concludo con un’affermazione in cui credo fermamente e della quale ne ho fatto una mia linea guida:

SOLO CHI CREDE PROFONDAMENTE NEL PROPRIO LAVORO PUO’ TRASMETTERE IL VERO VALORE.