La Suzione del Neonato nei primi mesi di vita

LA SUZIONE DEL NEONATO NEI PRIMI MESI DI VITA E  PROBLEMI  BIOMECCANICI:L’INTERVENTO DELL’OSTEOPATA PEDIATRICO

 

La suzione del neonato e la funzione della lingua e della mandibola nell’allattamento materno e artificiale

 

Quando la suzione è corretta, funzionale e quando non lo è, cioè disfunzionale

Come possiamo riconoscere una suzione disfunzionale, quali sono i segni e sintomi

Quando bisogna portare il neonato dall’osteopata pediatrico?

 

Credo fermamente che il successo di un ottimo allattamento prolungato fino a sei mesi di età del neonato si possa raggiungere grazie anche ad una importante ed collaborazione tra il pediatra, consulenti dell’allattamento materno e l’osteopata pediatrico. In effetti, talvolta questo non è sufficiente.

Anche l’organizzazione mondiale della sanità riferisce che sono poche le mamme  in grado di portare a termine l’allattamento esclusivo al seno, fino a sei mesi di età, a causa di problemi biomeccanici del bambino, nonostante siano supportate da specialiste dell’allattamento materno.

Si deve infatti pensare che la lingua è un organo muscolare molto mobile che risulta connesso al pavimento della bocca mediante la sua base, mentre la porzione centrale del corpo è necessaria per la prensione, masticazione e deglutizione degli alimenti e per l’articolazione del linguaggio.

Questo organo è composto da un numero svariato di muscoli innervati da terminazioni nervose complesse. L’esame anatomico della lingua delinea ben otto fasci muscolari situati a livello del pavimento della lingua, alla sua parte fibrosa. Si evidenziano infatti i muscoli genioglosso, ioglosso, stiloglosso, longitudinale superiore della lingua, longitudinale inferiore della lingua, trasverso della lingua, verticale della lingua, palatoglosso.

La lingua assume un ruolo fondamentale nella deglutizione del bambino. Tuttavia, la deglutizione infantile presenta caratteristiche diverse. Si distingue la deglutizione di un neonato, quella di un bambino fino a sei mesi di età e quella di un adulto. I bambini presentano caratteristiche anatomiche funzionali differenti. La deglutizione ha tappe ben precise correlate all’età, allo sviluppo muscolare e cognitivo. Affronterò in questo articolo la suzione del neonato.

Appare infatti evidente come in realtà l’allattamento al seno sia influenzato da diverse variabili che possono determinare un successo in termini di crescita ponderale del neonato e ottimo equilibrio sonno veglia.

Talvolta però questo non accade. La mamma cerca infatti il consulto del pediatra e anche di altre figure di riferimento, tra le quali l’osteopata pediatrico. Infatti il suo bambino appare agitato, nervoso, non si attacca bene al seno, si attacca e stacca continuamente, morde il capezzolo per succhiare, ha difficoltà nell’uso della lingua ed utilizza le labbra, simulando un bacio.

Spesso la mamma si demoralizza perchè l’allattamento da momento esclusivo e felice, quale avrebbe dovuto essere,diventa difficile irto e pieno di ostacoli.Il suo bambino inizia a perdere peso, poiché la sua suzione non è corretta e quindi inevitabilmente il suo equilibrio nel ritmo sonno veglia risulta essere compromesso.

Il numero di notti insonni aumenta sempre di più. Anche la mamma inizia ad essere sempre più preoccupata e stanca. Ma quale è il motivo per cui il neonato manifesta problemi durante la suzione? Quando si può dire che la suzione è disfunzionale e se non corretta crea i presupposti per una deglutizione disfunzionale ? 

Per comprendere meglio la  tematica bisogna prima approfondire come deve essere la corretta suzione del seno. In seguito cercherò di evidenziare invece la suzione non corretta e disfunzionale e i relativi effetti sul bambino. 

Durante l’allattamento al seno il bambino ricerca con le labbra il capezzolo materno e lo succhia mettendo in atto una pressione con le guance e la lingua. La contrazione delle labbra e delle guance  tra la lingua ed il capezzolo assicurano una ottima sinergia labiale intorno all’areola, impedendo la fuoriuscita del latte.

La mandibola del bambino svolge un ruolo importante in quanto, compiendo un movimento di elevazione, comprime il capezzolo contro il palato duro e permette all’apice della lingua di essere spinto verso l’alto. Lo schizzo del latte della mamma così succhiato passa dal seno al palato del bambino e poi sulla parte posteriore della lingua, la quale, con un movimento a onda in direzione antero-posteriore, porta il latte verso la faringe, provocando il riflesso della deglutizione.

Durante la suzione la lingua aspira il latte, la mandibola si abbassa ed il latte viene spinto in direzione faringea. In seguito ad un certo numero di soluzioni, in media ogni 2-7 poppate, il latte che si è raccolto in bocca del neonato viene deglutito. All’inizio il ritmo delle suzioni è precipitoso, non regolare, poi diventa più regolare e ritmico. Anche suzione e deglutizione risultano di conseguenza ben coordinati.

Durante questa fase, il bambino respira per via nasale e insieme al latte deglutisce anche aria. Si tratta però di aria che viene deglutita in quantità tali da non inficiare né la deglutizione nè il suo benessere psico-fisico, nel senso che il neonato è tranquillo sia durante la poppata che a termine di essa.

Bisogna però sottolineare che il neonato si alimenta nei primi mesi di vita esclusivamente di latte che non necessita di lavorazione e le attività orali sono essenzialmente riflesse, non sono volontarie. Il capezzolo viene schiacciato tra l’arcata superiore e la lingua e soprattutto non c’è contatto labiale. Infatti, mi preme sottolineare che oltre l’assenza dell’uso delle labbra a contatto tra loro, non è neppure presente l’attivazione della muscolatura masticatoria.

Le arcate dentarie sono semi aperte e sono attivi solo i muscoli mimici. La suzione nei primi mesi di vita (0-3) avviene grazie al solo movimento di apertura e chiusura della mandibola unita al movimento linguale antero-posteriore.

In sintesi, il modo di alimentarsi del neonato nei primi mesi di vita si può riassumere in tre passaggi: succhiamento, spremitura e deglutizione. Quindi la suzione del neonato, non è un atto volontario, ma è un riflesso, un istinto automatico del bambino. Il bambino, appoggiato alla pancia della mamma, si dirige automaticamente verso il seno ed inizia a succhiare.

Il piccolo attraverso l’olfatto ed il contatto con il corpo materno è in grado di raggiungere la fonte nutrizionale, si attacca al seno e attraverso il riflesso di suzione si nutre.

Questa attività riflessa, ripetuta quotidianamente più volte al giorno attraverso l’esperienza, diventa una  abilità appresa a livello cerebrale. Si trasforma cioè in una vera e propria funzione. Inizialmente la suzione non è perfetta; la bocca non aderisce perfettamente al seno, il movimento antero posteriore (suzione semplice) non è forte e tonico per cui il bambino succhiando può perdere latte dalla bocca e deglutire anche molta aria. Questo è il motivo per cui a questa età si manifestano le coliche e l’esigenza di ruttare dopo un po’ che  si alimenta.

Con l’esperienza di suzione quotidiana, che si ripete più volte al giorno, l’abilità di deglutizione e di suzione migliorano giorno dopo giorno, facendo diventare il piccolo un abile “succhiatore”. Le coliche diminuiscono, non c’è più necessità di rigurgitare e la perdita di latte dalla bocca non è più evidente. 

Non tutti i neonati sono allattati al seno, sono anche alimentati attraverso il biberon. È importante sapere che l’abilità di succhiare al biberon è diversa da quella al seno ed è sicuramente meno naturale. Il neonato che viene alimentato al biberon non è ancora maturo per questa attività e può evidenziare maggiore difficoltà di attacco alla tettarella, perdita di latte dai lati della bocca e maggiore quantità di aria ingerita. Certamente si tratta di una suzione più passiva rispetto a quella al seno. Con l’esperienza e l’esercizio

Il bambino diventerà più abile e la sua competenza di suzione al biberon diventerà eccellente. 

Alla luce di queste considerazioni e soprattutto nonostante il fatto che nei primi mesi di vita  la suzione sia un atto riflesso, la metà delle mamme interrompe l’allattamento al seno per problemi biomeccanici (Hondrum e Miller, 2015). Secondo statistiche canadesi (Gionet, 2013), è nel loro primo mese di vita che i bambini sono maggiormente a rischio di essere svezzati. Sono del resto noti gli studi condotti da consulenti per l’allattamento sparsi in tutto il mondo, relativi alla importanza della biomeccanica della suzione dalla nascita allo svezzamento.

Numerosi autori hanno già approfondito dal punto di vista scientifico l’importanza della biomeccanica nella suzione del neonato (Colson, Meek e Hawdon, 2008 Eladetal, 2014, Sakalidis et al, 2013 solo per citarne alcuni). Risulta quindi evidente, trattandosi di problemi biomeccanici, l’utilità di terapie manuali, allo scopo di migliorare l’attaccamento del bambino al seno o al biberon, e quindi dare beneficio anche alla diade madre bambino.

Ma a questo punto qual è il ruolo dell’osteopata pediatrico e come può essere utile nei problemi di suzione neonatale? Il professionista valuta in primis la biomeccanica cranio-cervico-mandibolare (muscoli e articolazioni di collo, bocca e mandibola) per risolvere tensioni che inficiano la suzione del neonato.

Sembrerebbe strano pensare alla presenza di tensioni muscolari in un neonato di poche settimane ma in realtà una malposizione in utero oppure un parto precipitoso o anche un parto difficoltoso o lungo nei tempi possono essere le cause più frequenti. Il bambino infatti può avere rigidità articolari o contratture muscolari a livello del collo, della mandibola oppure alla bocca. Se le contratture sono manifeste a livello della mandibola, il bambino non riuscirà ad aprire efficacemente la mandibola e inizierà di conseguenza a stringere o mordere il capezzolo causando forte dolore al seno.

Quando invece le contratture sono a livello del collo, il neonato assumerà posizioni della testa non idonee con ripercussioni negative sulla suzione che sarà difficoltosa, poco nutritiva. Ci saranno attacchi e continue pause perché il bambino si stancherà facilmente non trovando una posizione del capo comoda per lui. 

Ci possono essere poi delle contratture anche a livello della bocca ma soprattutto ipotonie linguali perchè si è già detto in precedenza, essendo la lingua un muscolo, la suzione sarà alterata .Spesso si tratta di neonati che succhiano simulando un bacio o facendo degli schiocchi linguali o che si addormentano durante l’allattamento. 

Osteopati pediatrici di fama mondiale come la Carreiro e la Sergueef hanno entrambe sostenuto che la compressione durante la gravidanza o il processo della nascita possono influenzare l’osso ioide che è coinvolto nella coordinazione della suzione e nella stabilità della lingua.

Infine, anche atteggiamenti “posturali” del neonato, semplicemente identificabile come torcicollo oppure una plagiocefalia secondaria, posizionale, possono avere un effetto negativo sulla efficacia della suzione sin dal primo mese di nascita.

Alla luce di quanto esposto in precedenza, devo ammettere che in generale ,ma anche nel mio ambito professionale, risulta sempre più crescente il numero di neomamme alla ricerca di un consulto osteopatico per disfunzioni biomeccaniche correlate alla suzione del loro bimbo mentre allattano o offrono il biberon. Problemi come coliche ricorrenti, stipsi, reflusso silente  o manifesto, torcicollo congenito, muscolare o posturale, ipotonie muscolari o plagiocefalia secondaria sono motivo di frequente consulto da tempo.

Sicuramente però i problemi di suzione evidenti talvolta sin dalle prime settimane di vita del neonato sono in fortissima ascesa. Mi sento di dire che ogni neonato è un essere unico ed irrepetibile come del resto lo è anche la diade mamma-bimbo. Da questa mia considerazione ne deduco quanto sia meraviglioso il mio lavoro poichè oltre essere di aiuto nella gestione del problema,risulta essere una scommessa quotidiana che vale la pena affrontare. 

Concludo con una affermazione,in cui credo fermamente e della quale ne ho fatto una mia linea guida:

SOLO CHI CREDE PROFONDAMENTE NEL PROPRIO LAVORO PUO’ TRASMETTERE IL VERO VALORE.